È tempo di “Intelligent Automation”. Il fattore umano guida la svolta digitale, da una ricerca Accenture

Il fattore umano al centro dei processi di innovazione. È stato presentato a Milano la scorsa settimana lo studio “People First” di Accenture, la nota società di consulenza e servizi IT, che valuta una forte “accelerazione allo sviluppo” della rivoluzione digitale nei prossimi anni.

Da oggi al 2020 il digitale darà una spinta al Pil italiano nell’ordine del 4% contro il 2% di USA e Gran Bretagna. Tra i trend emergenti analizzati da Accenture, un utilizzo esteso di machine learning e soluzioni di intelligenza artificiale integrate.

Altro trend è la Platform economy, a indicare il rilievo che le piattaforme tecnologiche possono assumere ai fini della crescita. «Non è un caso se giganti del Web come Google e Apple, ma anche aziende giovani come Uber stanno estendendo progressivamente la loro sfera d’azione verso business diversi rispetto a quelli originari, proprio facendo leva sulla forza della loro piattaforma», ha commentato Alessandro Marin, manager di Accenture.  Secondo lo studio “People First” nel giro di tre anni i modelli di business sviluppati su piattaforma e su di essa basati saranno quelli a maggior potenziale di crescita della propria azienda.

Altro trend importante, secondo i professionisti e manager intervistati da Accenture, è la Digital Trust, ovvero la fiducia intesa in senso lato, cioè la reputazione sul web considerata una pietra angolare dell’economia digitale. Considerando infatti la diffusione capillare di Internet e dei Social Network, si può oggi veicolare una massa enorme di informazioni in tempi così immediati da modificare rapidamente la reputazione delle aziende presso i consumatori.

ITALY MEETS THE US: come rendere il nostro Paese più “attrattivo” e invertire la fuga di cervelli

Gli interventi normativi e le riforme strutturali avviate negli ultimi anni hanno contribuito a rendere il nostro Paese più attrattivo. Tuttavia le PMI hanno un valore ancora inespresso. Per farlo emergere è importante la collaborazione con imprese straniere, in modo da generare valore per  gli investitori e il Sistema Paese. Per promuovere la realtà imprenditoriale italiana in America, dove i nostri ricercatori sono molto apprezzati, nel 2011 è nata l’Italian Business & Investement Initiative, una piattaforma dove startup e piccole medie imprese italiane possono incontrare investitori americani. L’ideatore del progetto, Fernando Napolitano, nell’intervista pubblicata oggi su Affari & Finanza, ha detto: “Bisogna disinnescare quel meccanismo che ci vede come un Paese con delle grandi idee in ambito scientifico tecnologico, che magari riescono a diventare imprese qui, ma poi per diventare grandi devono andar via”. Scopo del progetto è dunque quello di invertire la “fuga dei cervelli” e per questo il prossimo 23 febbraio a New York al Forum “Italy Meets The US”, l’obiettivo sarà quello di migliorare il posizionamento delle imprese italiane oltreoceano, e illustrare gli interventi normativi e le riforme che hanno contribuito a rendere il nostro Paese più attrattivo, considerando che quest’anno sono stati stanziati 10 miliardi nell’Agenda digitale per investimenti in banda larga, infrastrutture e smart city.

GLI INFLUENCER DELLA SETTIMANA: Federico Golla, A.D. Siemens Italia

Tra gli attori principali della Digital revolution c’è senz’altro Siemens, gruppo tedesco che in Italia ha chiuso in crescita del 2% con un fatturato di 1,773 miliardi. L’ad di Siemens Italia, Federico Golla, a Corriere Economia ha spiegato: “Abbiamo iniziato a conoscere l’information technology quando questa era soprattutto il mondo dell’hardware, computer fisici, tastiere, stampanti. Oggi siamo immersi nel mondo virtuale, dove conta l’intelligenza contenuta, non il design del contenente. Sono i big data oggi ad essere determinanti, quella enorme quantità di informazioni che i moderni calcolatori sono in grado di trattare”. L’ad di Siemens osserva infine: “L’IT può rivelarsi una carta importantissima per la modernizzazione e l’integrazione dei porti italiani, agendo dalle gru alle dogane, fino all’elettrificazione delle banchine”.

Verso la Fabbrica virtuale, ovvero Internet applicato alla manifattura

Secondo una ricerca condotta dall’Osservatorio Smart Manufacturing del Politecnico di Milano, anche la competitività della manifattura italiana passa dal digitale: dalla virtualizzazione dei processi progettuali e produttivi, Internet delle Cose, i big data e il cloud computing alle nuove forme di automatizzazione diffusa come i co-bot, robot collaborativi piccoli e low-cost che lavorano al fianco di operai e tecnici. Alcuni esempi in Italia sono la ICAM, produttrice di cioccolato che utilizza ai fini di marketing e riduzione costi l’analisi delle informazioni (big data). O Diageo (alcolici) o Leither (funivie) che utilizzano il cloud manufacturing per aumentare la flessibilità operativa.

La Repubblica del Selfie: i giovani sul cellulare 13 ore al giorno per 8 autoscatti

Secondo una ricerca condotta a fine gennaio 2016 dall’Osservatorio nazionale tendenze e comportamenti degli adolescenti, i giovani della generazione digitale – adolescenti tra i 13 e 19 anni – trascorre su smartphone e tablet dalle sette alle 13 ore al giorno. Il 71,5% dichiara di farne uso anche durante l’orario scolastico e il 12% degli intervistati si sveglia durante la notte per dare un’occhiata veloce ai messaggi in arrivo. Ma il fenomeno emergente riguarda i Selfie: gli adolescenti ne scattano da 3 a 8 al giorno, e uno su dieci dichiara di farne in “situazioni pericolose” per ottenere maggiori like sui social. Talvolta si ravvisa la violazione della privacy nel caso di selfie intimi, magari pubblicati da amici ad insaputa dell’interessato/a.  Sarebbe opportuno spiegare loro che quando cercheranno lavoro, i responsabili delle risorse umane, prima dei colloqui faranno ricerche per vedere il loro profilo e che cosa hanno fatto. E il web ha la memoria lunga.

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