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UN ANTIFURTO PER FERMARE IL COVID, SUONA L’ALLARME PER CHI VIOLA LA QUARANTENA | 19 MAG 2020

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Si chiama GtGo, arriva dal distretto hi-tech fra Bari e Matera e promette di tendere una mano alla gestione della Fase 2. Ecco la nuova app che si attiva solo su base volontaria

DI CENZIO DI ZANNI

Prendiamo un paziente Covid-positivo che non ha bisogno di essere ricoverato in ospedale e deve restare a casa in quarantena, fino a quando non collezioni due tamponi negativi come da protocollo. E poi un’équipe di medici. Per esempio quelli delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale, ovvero le task-force di operatori sanitari chiamate a vigilare sullo stato di salute degli stessi pazienti in isolamento domiciliare.

Per gli uni e gli altri è in arrivo un’app per smartphone e tablet capace di tracciarne i movimenti. Con due obiettivi. Far scattare un allarme, se i primi escono di casa violando l’obbligo della quarantena. E far sapere alle autorità sanitarie dove sono i propri specialisti sul campo. Tutto a portata di click. O di touch.

Si chiama GtGo, arriva dal distretto hi-tech fra Bari e Matera noto come Murgia Valley e promette di tendere una mano alle autorità nella gestione della Fase 2 dell’emergenza Coronavirus. Nicola Lavenuta, 54 anni, i piedi ben piantati a Gravina in Puglia e la testa nell’Iot, l’Internet delle cose, arriva dritto al cuore del problema: “Con la ripresa delle attività commerciali e una nuova normalità alle porte sarà importante intercettare gli eventuali focolai dell’infezione sul nascere. Lo dicono gli esperti. Allora la parola chiave è monitoraggio. E noi vogliamo dare un contributo, a modo nostro”.

Lui è l’amministratore di Mecnil, la società fondata insieme con la moglie Mariarita Costanza che dal 2014 è entrata a far parte del gruppo Zucchetti, uno dei player più importanti d’Italia nello sviluppo software. E che, nel tempo, dai confini fra Puglia e Basilicata ha fatto shopping di brand del Nord Italia. Un boccone dopo l’altro il quartier generale di Gravina – prima che la città fosse scoperta da James Bond per l’ultimo film, No time to die – si è messo alla testa di altre aziende lombarde: GtAlarm, Kft e GuarOne (il core business sono gli antifurti per auto e casa e la localizzazione satellitare).

Ed è dalla fusione dell’esperienza maturata in casa GtAlarm – storica azienda attiva nel settore degli antifurti e dei sistemi di localizzazione satellitare – e nei laboratori di Gravina in Puglia che arriva l’occhio tecnologico in grado di non perdere di vista i pazienti in quarantena da un lato e i medici dall’altro.

“I pazienti che scaricheranno l’applicazione su smartphone e tablet iOs o Android possono essere monitorati in tempo reale. Se si allontanano da casa o viene spento il cellulare il sistema allerta le autorità via sms e via mail. E possono anche inviare un alert in caso di malore”, spiega Lavenuta.

D’altro canto, le Asl possono sapere in tempo reale dove e da chi sono i propri operatori nel corso dell’attività di sorveglianza sanitaria. “Così possiamo certificare l’attività”. Bastano un cellulare, per esempio quello aziendale in dotazione agli operatori, e le chiavi di accesso alla piattaforma online fornite da Macnil. “Gratis per tutto il tempo dell’emergenza Coronavirus”, annota l’imprenditore pugliese. Come l’app per i pazienti. “Che, lo ricordo – continua l’ad della società – è su base volontaria”. Il motivo è semplice: servirebbe una legge per renderla obbligatoria.

Questioni legali a parte, però, app e piattaforma sono state messe su in poco più di un mese e con i dipendenti a lavoro da casa. Una realtà, lo smart working, imposta dall’emergenza sanitaria. Che però diventerà ordinaria dal 1° giugno per gli sviluppatori software dell’azienda, cioè una parte dei 150 dipendenti di Macnil-Zucchetti sparsi per tutto il Paese che hanno portato a casa un fatturato di quasi 20 milioni di euro nel 2019. L’app, secondo l’azienda, sarà scaricabile a giorni.

Ma l’esperienza cresciuta nel cuore della Murgia valley – che da un lato racchiude il passato più remoto con l’Uomo di Altamura, lo scheletro completo di un uomo del Paleolitico, e dall’altro si proietta nel futuro più avveniristico dell’Internet delle cose – è tornata utile in un’altra occasione. Quando da Lodi i colleghi di Zucchetti, che controlla Macnil con il 51 per cento delle quote, hanno ricevuto la richiesta di una piattaforma di telemedicina dall’ospedale della città, epicentro del terremoto Coronavirus in Italia.

“Abbiamo partecipato alla prima fase dei lavori”, precisa Lavenuta. Negli archivi di Gravina c’era la piattaforma di telemedicina per i pazienti diabetici sviluppata nel 2006 con il professor Francesco Giorgino, direttore del reparto di Endocrinologia del Policlinico di Bari. La stessa messa sul tavolo di Zucchetti spa.

“E ad oggi lo stato di salute di mille pazienti dimessi dagli ospedali di Lodi e dintorni, o quelli che non sono mai stati ricoverati ma che andavano controllati, è stato seguito con un dispositivo bluetooth, un saturimetro, e un softwere completato dai colleghi di Zucchetti”. Il sistema si chiama ZCare.

E con quello i medici, in tempo reale e a distanza, hanno potuto controllare battito cardiaco, quantità di ossigeno nel sangue e temperatura corporea dei pazienti a casa. I dati arrivano sulla piattaforma in automatico. Oppure tramite un call center al quale i pazienti che non hanno grande confidenza con la tecnologia possono dettare i dati rilevati dal dispositivo. “Anche in questo caso la Murgia valley ha dimostrato di essere all’altezza delle sfide hi-tech del Paese”.

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